dal 29/08/2021 al 14/11/2021
Il Solo Show di El Rey de La Ruina a Uovo alla Pop si chiama ‘Protest’ ed è un’invasione brutale di colori.
Dopo aver realizzato ‘Mascagni Pop’ il grande murale sugli Scali delle Cantine 66, l’artista spagnolo mette in mostra in galleria un viaggio di simboli recuperati dalle manifestazioni, delle proteste, lotte di strada.
L’esposizione è stata pensata in diverse sezioni -Vibration is power, choose your weapon, choose your flag- la vibrazione è potere, scegli la tua arma,
scegli la tua bandiera, a voler intendere una scelta di campo, con la volontà non troppo sottintesa di provocare lo spettatore a immaginare di stare da una parte o dall’altra.
Nella grandi tele realizzate a mano con acrilici e spray, con un uso del colore inteso come identità, El Rey mostra i secolari simboli di lotta- mani, pugni- e cerca di ribaltarne il senso.
Queste le sue parole:
“Nell’appiattimento del pensiero critico dato da un saturo affollamento di forme, simboli, bandiere, stemmi, geometrie di protesta si perde il punto di inizio, il senso profondo del motivo della lotta. In questo qualunquismo diffuso e conclamato voglio esporre l’esagerazione, una ripetizione di simboli e di palette scioccanti, creare un corto circuito nei cervelli osservanti, stimolare il pensiero cercando di annullarlo.
Per il troppo aver visto non si sa più che direzione prendere: forse nell’utopico angolo incontaminato della ‘fine della fazione’, del partito politico, del pensare di aver ragione, delle prese di posizione, del giusto/sbagliato destra/sinistra, sta il germoglio di un nuovo pensiero critico che si genera dall’arte, da una rivoluzione di colori’
Vibration is power è una sezione composta da cinque quadri dove l’artista attraverso trame astratte dà forma a stemmi che richiamano i popoli oppressi, inventa geometrie per la Palestina, il Chiapas, il Nepal, il Saharawi, il popolo Curdo e lo fa in modo ironico a voler porre l’attenzione sui questi Stati che non sono Stati, crea bandiere che non esistono dando loro un’attenzione geografica e politica del tutto personale.
‘Nel recuperare la grammatica delle manifestazioni, tento di privarla di significato, i simboli sono ormai saturi. I social hanno limitato il pensiero critico, uniformato la discussione, le idee non si discutono, non si mettano al vaglio, si perseguono ciecamente.
Si possono contestare la pochezza del discorso e la mancanza di un conflitto costruttivo? Si può contrastare l’ossessione di essere dalla parte della ragione non con un’altra idea, ancora con un altro messaggio, ma con il vuoto?’
Attraverso un atto nichilista di bandire inventate, che non esistono, El Rey vuole fare rumore, smuovere una crepa nel terreno, far vacillare certezze conclamate, far sapere che non ci si può più aggrappare ad un’idea di patria, di colori già visti.
Di solito l’artista aggiunge slogan, frasi, sia alle opere che ai murales, per Protest invece decide di non farlo; non scrivendo nessun messaggio, non dando spiegazioni didascaliche, gioca di tabula rasa, di carta bianca mostrando ironicamente un percorso pieno di forme e di colori che per essenza non significano niente e niente raccontano se non il vuoto, un vuoto sarcastico che ride dei preconcetti passati e invita a pensare di nuovo, da capo.
Bio
El Rey de la Ruina è un artista nato a Barcellona che vive a Madrid da quasi 10 anni. Attraverso i graffiti e la pittura negli spazi pubblici rivela la sua personale visione della società: immagini iconiche che si scolpiscono nelle retine dei passanti attraverso la ripetizione e diventano veicoli di messaggi aspri e poetici. Ormai i suoi cuori con le frasi fanno parte dell’identità delle strade di Madrid e sono apparsi innumerevoli volte in televisione, sui giornali e in altre pubblicazioni. Le sue opere sono un miscuglio di stili, patch e colori primari in combinazioni vibranti. Ha lavorato in residenze artistiche e festival di arte urbana in città di tutta la Spagna e all’estero in paesi come Messico, Uganda e Francia ed ora per la prima volta in Italia con il primo muro e il suo SoloShow!
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info: uovoallapop@gmail.com
photocredit © Francesco Luongo