LIFE ON MART il SoloShow di Mart a cura di Uovo alla Pop

dal 1 al 4 agosto per Effetto Venezia 2019, Life on Mart è la mostra evento a tappe di Mart a cura della galleria, che si terrà negli spazi della Galleria Uovo alla Pop e nell’ex Teatro San Marco di Livorno, una doppia performance per Effetto Venezia, la kermesse più frequentata dalla città.

Una mostra diffusa, itinerante, incompleta se non visitata nei due locali che la ospitano: gli ambienti e le vetrate di Via S. Marco nel quartiere Venezia e le pareti  della galleria di street art e arte contemporanea Uovo alla pop del quartiere Pontino-Garibaldi.

Il filo conduttore che unisce si percorre in soli 500 metri di distanza, 5 minuti a piedi tra uno spazio e l’altro. Il titolo è un gioco di parole immediato che rimanda alla vita su Marte o meglio su Mart, lo pseudonimo del prolifico street artist livornese.

Mart è davvero come un pianeta o meglio come un marziano che lo abita, vede le cose come le vedono gli occhi di un artista dotato di un filtro soprannaturale, osserva il mondo e lo ricrea con le sue mille intuizioni. ‘Life on Mart’ è una passeggiata ad arte in un mappamondo sottosopra dove si salta da Roma a Riace, dalla Korea agli Stati Uniti, dall’Antartide alla Kamčatka grazie alla presenza di istallazioni che permettono escursioni in una ‘geografia del dolore’.

Mart è un artista sensibile alle grandi questioni che stanno portando alla distruzione della terra, sottolinea l’inumanità dell’uomo cieco che sta trascinando se stesso verso un’inesorabile fine, ma il suo è un modus operandi artistico che non vuole appesantire, semmai divertire, facendo riflettere.

 

Il viaggio del mondo di Mart negli angoli dell’inumanità è un biglietto che in molti avranno voglia di prendere, proprio come succede in quei romanzi di fantascienza dove chi può si assicura un ticket per la Luna, per sé e per i propri cari.

 

Ispirato dal maestro Banksy, Mart crea un parco giochi composito e colorato, esplosivo e geniale, una geografia del dolore sardonico, espressione di un’ironia derisoria o provocatoria. La sua è un’arte tutt’altro che minimal, ma imbratta, getta energia vitale e si fa sentire. Quasi un’arte mediatica, dall’estetica pop, propria della rete, fatta di imput continui, pugni nell’occhio, bombardamenti.

E’ un artista poliedrico che si occupa di scultura, di stencil art, di pittura, di grandi istallazioni proprie dell’arte contemporanea con chiari rimandi ad Ai Wei Wei, è un esteta che non sa trattenere il flusso continuo di visioni e che invece di fermarsi su un’idea vincente, le realizza tutte, creando una dimensione generosa e accattivante che colora, continuamente.

Chiunque potrà stupirsi degli enormi sacchi di spazzatura che in questa nuova geografia diventano colline da visitare, montagne da scalare.

E in più, chissà cosa penserà chi vedrà la serie giubbotti salvagente attaccati alle cruccette dello stand abusivo e sequestrato colmo di oggetti entropici dall’atmosfera burtoniana, chissà se avranno voglia di mettersi nei panni dei migranti che giornalmente li indossano sperando di sopravvivere alle traversate.

Non mancheremo inoltre di vedere le opere che appartengono al ciclo ‘Volume’-si ascolta chi non si dovrebbe e urla, non si ascolta chi dovremmo, il silenzio delle voci di chi dona spunti per essere felici- e ‘20%’: ‘Filtriamo la realtà attraverso lo schermo del nostro smartphone, quando sul display compare il messaggio che ci ricorda la batteria in esaurimento scatta l’ansia dell’essere umano di rimanere fuori dalla rete, scollegato da internet e dal suo mondo virtuale, la ‘nomofobia.’ Mart

Mart interagisce col minaccioso messaggio di avviso e lo fa comparire su sfondi reali. Affronta il tema della desertificazione, della fame, dello scioglimento dei ghiacciai e dei relativi cambiamenti climatici.

Svegliamoci, facciamo presto, prima che resti soltanto il 20% delle risorse a nostra disposizione, svegliamoci prima di soccombere come un telefono che ha perso la sua carica e l’uomo il suo carico emotivo.

Se le opere di grandissime dimensioni (si veda ad esempio il dittico di sculture contro il vandalismo in strada e i Bronzi di Riace di Mart, un modo per far meditare sull’importanza che diamo ai ritrovamenti dei corpi archeologici piuttosto che a quelli umani) occuperanno l’area del ex teatro, tutto il resto delle opere, le serigrafie le tele inedite, e gli stencil del ciclo ‘Art is a disease’, nonché i gadget, saranno visibili e acquistabili nella galleria Uovo alla Pop, sugli Scali delle Cantine 36-38 fino a settembre.

Qui i così detti Forzati, giganteschi cuori dei geni maledetti (Van Gogh, Janis Joplin, Amy Winehouse…) che hanno condotto esistenze al limite ma sempre a contatto con l’arte e le silhouettes, volte al ripristino della memoria collettiva e al recupero della storia del territorio.

In tanti si ricordano come qualche anno fa le silhouettes siano apparse sui muri di Livorno, come adesso in galleria, e solo per citarne alcuni, Zeb, Piero Ciampi, Jeanne Hèbuterne ma soprattutto Amedeo Modigliani.

 

A lui sarà dedicata una stanza apposita, il ‘tuorlo’, non solo perché nel 2020 sarà il centenario della morte del grande pittore labronico, non solo perché Uovo alla Pop ha messo in primo piano la figura del maestro dedicandogli un tour a cui sarà possibile partecipare nei giorni di Effetto Venezia, ma anche perché a detta dell’artista, tante delle iniziative che si sono sviluppate negli ultimi anni, hanno ricevuto un forte impulso dagli stencil Modì che Mart ha donato alla città.

‘Life on mart’ è un evento imperdibile, una mostra sottosopra, un paradosso marziano. Il paradosso di Mart, l’artista alieno che è un dono dall’alto a Livorno.

 

 

Note biografiche

Mart nasce nel 2013 con lo slogan Art is a Disease, l’arte è una malattia.

La città in poche settimane si trova tappezzata di giganteschi cuori dedicati alle vite dei geni maledetti morti tragicamente dopo una vita a stretto e imprescindibile contatto con l’arte.

Livorno si interroga sull’identità dell’autore di questi manifesti che muovono l’attenzione generale per il loro impatto estetico e per il messaggio diretto che esprimono.

Mart sottolinea l’assoluta priorità del contenuto rispetto alla forma e la necessità di voler anteporre le opere che all’artista e alla sua personale scalata verso il prestigio e il successo sociali.

Il progetto è inoltre rivolto al ripristino della memoria collettiva e al recupero della storia della città, ecco perché sui muri appaiono le opere stencil di Zeb, Piero Ciampi, Jeanne Hèbuterne, Amedeo Modigliani e in ultimis Line Marsa (madre di Edith Piaf, nata a Livorno).

Nel 2013, durante Effetto Venezia, Mart espone le sue opere per una prima mostra personale a Palazzo Huigens in Via Borra, curata da Itinera.

2014, mostra frequentatissima nelle sale della libreria Edison-Ex Cinema Lazzeri;

il successo di questa operazione ha portato, ancora nel 2014, ad una serie di incontri sulla Street Art rivolti alle classi del Liceo Scientifico Cecioni.

Dopo 3 anni di assenza di viaggi e studio, Mart si riaffaccia all’attenzione pubblica con un’esposizione alla Casa della Cultura di Livorno in occasione della storica riapertura.

2018, stencil art di un vigile urbano che multa per ironizzare sulla rivolta cittadina degli stalli blu a pagamento; stencil art di un bambino a difesa del murale vandalizzato della ‘collega di strada’ Rame13.

2019, ‘Mart e il mare’, murale realizzato per conto della galleria Uovo alla Pop col patrocinio del Comune di Livorno e con la committenza di Propeller.

Inaugurato ad aprile davanti al museo civico Fattori, ha creato interazioni inaspettate, entusiasmo e una grande felicità popolare.