1/6/2015 –  Livorno
Premio di scrittura creativa Qwerty

Cammina cammina il racconto di Viola Barbara vince il 1° Premio di Scrittura Creativa Qwerty.
Viola Barbara partecipa con il racconto Cammina cammina, in gara a sostegno dell’apertura del parco inclusivo al Parterre di Livorno, vince il Primo premio del Concorso indetto dal laboratorio di scrittura creativa Qwerty.
Le idee nascono di colpo, come fosse che la mente è vuota e poi tutto d’un tratto si riempia di qualcosa, un barlume o un pensiero fisso. Fu così che quel giorno grigio di un passato non troppo remoto, mentre passeggiava vicino alla costa del mare britannico, Mr Walk pensò che se avesse smesso di camminare, sarebbe morto di colpo. Dando totale credito al suo pensiero e proprio come aveva iniziato quella stessa mattina, camminò fino alla sua ultima ora di vita.
Il problema più ostico riguardo alla sua decisione si manifestò nel momento in cui, in preda al sonno, avrebbe dovuto necessariamente dormire, camminando.
Scientifico e creativo, inventò di soppiatto una macchina per la quale, pur appoggiato con la schiena su di un cuscino rigido, pur con gli occhi chiusi, le gambe, attaccate a pedali meccanici, continuavano a camminare su di un rullo somigliante ad un tapis rulant.
Risolto il problema principale, ovvero quello del poter coniugare la sua volontà di non smettere di camminare e il necessario riposo, la sua vita prese una piega anomala e un decorso movimentato.
Il mattino appena apriva gli occhi guardava le gambe e notando che stavano ancora deambulando tirava un sospiro di sollievo; spento il bottone della macchina notturna, si avviava verso la macchina diurna del caffè: camminando la riempiva, camminando e mangiando biscotti senza latte né uova, aspettava che il caffè fosse pronto e camminando faceva colazione.
La sua era una doccia spaziosa, gli permetteva di lavarsi facendo quattro passi mentre con la spugna tentava di strofinare il corpo senza tralasciare neanche un centimetro di pelle.
Aveva sempre tenuto molto all’igiene personale, anche in quella parte di vita non caratterizzata dalla volontà di un cammino perpetuo.
Si vestiva camminando, non a caso indossava pantaloni semplici all’allaccio e scarpe sempre aperte, bei sandali in finta pelle che non lo obbligavano a sedersi per doverli chiudere.
Purtroppo i calzini furono banditi dal vestiario perché per quanto avesse cercato una soluzione all’indossarli senza fermarsi, non vi era riuscito.
Si disse tra sé che era meglio vivere con i piedi a volte freddi che morire con i calzini.
Pensò inoltre che il suo lavoro di insegnante di fisica non gli andava più a genio, capì che per rendere le cose più semplici doveva impostare il suo mestiere sull’atto stesso del camminare.
Decise che sarebbe potuto diventare un postino, il suo paese non era poi così grande e avrebbe potuto consegnare la posta di casa in casa, camminando, suonando il campanello e dopo ogni consegna di missiva, continuare il suo giro.
Mr Mail, il postino del paese, per paura che qualcuno gli soffiasse il posto alle poste, disse dapprima che non avrebbe avuto bisogno di aiuto poi, vista la volontà di quell’uomo così strano di non prendere il suo posto ma semmai di alleggerirgli il lavoro, tra un dubbio e una remora, tra una remora e un dubbio accettò ed elesse Mr Walk ad assistente postino.
Consegnare la posta non era per Mr Walk fonte di straordinaria felicità ma visto e considerato che grazie a quel fare, il rischio di dover smettere di camminare era pressoché inesistente, giorno dopo giorno, svolse i suoi compiti nel più assoluto zelo e dedizione.
Il giorno che la signora Ebrows doveva ricevere un pacco, lo ricevette, a consegnarlo fu proprio Mr Walk.
Quando Mr Walk suonò il campanello Mrs Ebrows stava sistemandosi le sopracciglia e tardò a scendere nel giardino dove stavano il postino in attesa e il cane di casa.
Mr Walk continuava a camminare avanti e indietro, al che, il cane di casa, un cristiano muto e mansueto, cominciò ad agitarsi: i nervi del canide non sostennero il movimento inarticolato di quell’umano che riempiva il suo giardino di passi, senza mai trovare pace.
Si penserà adesso ad un morso del cane di Miss Ebrows al polpaccio di Mr Walk, ma si sbaglierebbe, quello che successe fu un situazione ben nota con il nome di innamoramento a senso unico.
Miss Ebrows avendo infine finito con la cura minuziosa delle sopracciglia, si avviò verso il giardino per ritirare il pacco che conteneva appunto un kit completo per la cura e la colorazione delle sopracciglia; ciò che vide fu una scena che trovò insieme dolce e spassosa: Mr Walk camminante avanti e indietro con le mani in alto come se il pacco fosse un tesoro da custodire e il suo bel cane, da sempre pigro e taciturno, in preda ad uno spasmo febbrile di ansia, felicità e costernazione.
Le idee nascono di colpo e Miss Ebrows dette un senso preciso a ciò che vide; avendo estrema fiducia nel parere del suo cane, ritenne che Mr Walk non potesse che essere la sorpresa sentimentale che tra uno smalto ed un rossetto attendeva da sempre.
Lo invitò per un té, té che Mr Walk, volendosi allontanare dal cane, rifiutò con la efficace scusa di dover continuare il suo giro.
Miss Ebrows, dalla sua, interpretò il rifiuto come un atto di timidezza e discrezione che le fece apprezzare Mr Walk ancora più profondamente.
Le idee nascono di colpo, decise che lo avrebbe sposato, ed essendo venuta a conoscenza di tutte le informazioni che lo riguardavano, fece in modo di rivederlo.
Uscì con il cane al guinzaglio, con quello stesso cane che aveva fatto sì che lei potesse vedere Mr Walk sotto i riflettori dell’amore.
Appena lo vide, camminandogli accanto sapientemente, gli chiese se avesse voluto sposarla e insieme camminare con lei per tutta la vita.
Mr Walk pensò qualche minuto e poi, ancora camminando, giunse alla conclusione che no, che anche se lei gli avesse camminato sempre accanto e al suo stesso ritmo, una moglie con un cane non gli si addiceva proprio, il cane avrebbe potuto essere un ostacolo, sia al matrimonio che all’andamento regolare dei suoi passi.
Miss Ebrows scoppiò a piangere e Mr Walk, ovviamente, continuò a camminare.
Le idee nascono di colpo, come fosse che la mente è vuota e poi tutto d’un tratto si riempia di qualcosa, un barlume o il pensiero fisso di camminare.

a mia madre e a Libera.
Viola Barbara